Parto senza preamboli: questo libro è un diesel nel senso che ingrana molto, ma molto lentamente.
Finora R.J. Ellory è stato per me un nome sconosciuto...poi ho letto un semplice atto di violenza.
L'Express lo definisce il nuovo maestro del thriller britannico..ho le mie riserve su questo, perchè fino a metà libro è stata una lettura molto flemmatica, e a me piacciono le trame incalzanti, quelle che ti tengono con gli occhi incollati alle pagine.
La trama vede come protagonista principale il detective Robert Miller, rientrato da poco al lavoro dopo un periodo di stacco forzato, che si trova alla prese con una serie di omicidi brutali che vedono come vittime quattro donne di diverse età.Tutti gli sforzi di Miller sembrano portare al nulla: tutte le persone uccise hanno un passato ingnoto e sembrano non essere mai esistite.
Senza rendersene conto si trova coivolto nella rete della CIA e viene segnalato come uno che ha scoperto troppo, tanto che si salva per miracolo da un imboscata che lo voleva morto.
Personaggi ben descritti, anche se talvolta alcune parti rasentano la noia e risultano pesanti, almeno per i miei gusti.
Da metà libro in poi la storia s'è fatta sicuramente più interessante, ma avrei preferito che lo fosse fin dalle prime pagine.
Non credo che riprenderei in mano un altro libro di Ellory, rischierebbe di stare sopra il comodino per mesi a prendere la polvere.
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